venerdì 10 aprile 2015

Benvenuti nella Casa dei Mostri!

Passeggiando per le vie del centro storico, è possibile imbattersi in una singolare costruzione: palazzetto Zuccari, situato in piazza Trinità dei Monti, a pochi passi da via Sistina e via Gregoriana.
L'edificio, conosciuto anche come "Casa dei Mostri", deve la sua fama all'inquietante portone: una gigantesca bocca spalancata, con tanto di naso, occhi e sopracciglia; una bizzarra decorazione utilizzata anche per le due finestre laterali.
Artifice del progetto fu Federico Zuccari, proprietario di quel terreno, un tempo sede degli Horti Luculliani; il pittore decise infatti, nel 1592, di costruire il palazzo per farne un'Accademia delle Arti.
L'artista, esponente del Manierismo, realizzò molte delle decorazioni interne, tra cui lo splendido affresco di "Ercole al bivio tra il vizio e la virtù", presente nella sala degli Sposi.
Nel 1609 Zuccari morì e gli eredi vendettero la dimora alla famiglia Toscanella, che innalzò la struttura di ben due piani.
A inizi Settecento, la regina di Polonia Maria Casimira, nuova proprietaria del palazzo, apportò ulteriori modifiche: la costruzione del portico a sei colonne e di un piccolo teatro privato.
Il palazzo divenne così un fervido centro culturale, che ospitò personaggi illustri del calibro di Johann Joachim Winckelmann e Louis David.
Dopo una partentesi ottocentesca come istituto ecclesiastico, l'edificio venne acquistato, nel 1904, dalla collezionista tedesca Enrichetta Hertz, che ne conferì l'aspetto attuale.
La donna morì nel 1913 e lasciò la propria raccolta di quadri allo Stato italiano; la collezione di libri e la dimora furono donati, invece, alla Germania.
Il governo tedesco ne fece così un centro di studi, noto come Biblioteca Hertziana, specializzato in volumi di storia dell'arte; nel 1963 divenne proprietà del Max Planck Institut für Kulturgesichte.
Dal 2012 palazzetto Zuccari è di nuovo aperto al pubblico, dopo un lungo restauro interno diretto dall'architetto Juan Navarro Baldeweg.
Approfittatene per una visita, potrete così attraversare il portale infernale e ammirare una biblioteca dall'aspetto incredebilmente moderno e tecnologico.


Porta


Una delle due finestre laterali
 
Veduta facciata
 

"Ercole al bivio tra il vizio e la virtù" (affresco interno)


 

martedì 24 febbraio 2015

L'Arco di Giano tra luci e suggestioni

Da alcuni giorni l'Arco di Giano, a pochi passi dalle chiese di San Giorgio in Velabro e di Santa Maria in Cosmedin, è diventato il testimone delle meraviglie dell'antica Roma.
Tutto ciò grazie a "Populus", un'installazione visiva che proietta sulle pareti del monumento le immagini di famose opere ospitate in alcuni musei romani.
L'arco, costruito nel IV secolod.C., venne per molto tempo associato al tempio di Giano, ma questo non deve trarre in inganno. Il monumento non era un omaggio alla divinità, bensì l'antico ingresso al Foro Boario, uno dei cuori pulsanti della città.
Il termine latino "Ianus" è alla base di questo equivoco, visto il suo ulteriore significato di "passaggio coperto". Giano era, infatti, una divinità dai diversi ruoli, tra cui quello di protettore delle attività che avessero un inizio ed una fine.
Per associazione, egli era considerato anche il custode di tutti quei luoghi di passaggio, comprese le porte, dotati di un'entrata e un'uscita.
L'arco, sostenuto da quattro imponenti pilastri, appare oggi piuttosto spoglio. Grazie ad alcune ricostruzioni è possibile stabilire che le nicchie ospitassero delle statue e che le quattro porte fossero sormontate da sculture raffiguranti: la dea Roma, Giunone, Minerva e Cerere.
Nel periodo medioevale l'arco, oramai privo delle sue decorazioni, divenne la base di una torre fortificata di proprietà della famiglia Frangipane.
La fortificazione fu demolita solo nel 1830, ma venne erroneamente distrutta anche l'originale parte superiore.
L'installazione "Populus" vi dà appuntamento stasera, dalle ore 18 alle 24, per l'ultimo giorno.
Per gli assenti nessun problema, date un'occhiata all'album fotografico di C'è Roma e Roma!


Installazione
 
Installazione

Installazione
 


Installazione

Arco di Giano





mercoledì 4 febbraio 2015

Le donne di Galleria Sciarra e il trionfo del Liberty romano

Uno splendido angolo in stile Liberty, ecco cosa si nasconde in via Minghetti, a pochi passi da Fontana di Trevi e dallo storico teatro Quirino.
Si tratta di Galleria Sciarra, un tempo cortile dell'omonimo palazzo-museo situato in via del Corso, oggi utilizzata come passaggio pedonale.
La Galleria venne costruita tra il 1885 e il 1888, per volontà dell'imprenditore ed intellettuale Maffeo Sciarra, che incaricò della realizzazione l'architetto Giulio De Angelis.
Quest'ultimo progettò una struttura sviluppata su due piani, sorretta da colonne in ghisa e sormontata da una cupola quadrata, realizzata in ferro battuto e vetro.
Le decorazioni, realizzate dal pittore Giuseppe Cellini, si basarono su temi cari al Liberty: dai motivi floreali alle immagini femminili, quest'ultime tema portante del programma iconografico scelto.
Nel primo livello si assiste, infatti, all'apoteosi della "donna" borghese, qui ritratta nelle vesti di madre e moglie; a seguire, nella seconda fascia, la personificazione delle virtù femminili (tra le quali scorgiamo: Prudenza, Pazienza, Misericordia) rappresentate in scene di vita quotidiana.
Tematiche borghesi in contrasto con lo stile preraffaellita utilizzato e con le sue donne dai richiami mitologici. Cellini inserì, inoltre, decorazioni di matrice classica, dando così vita a una struttura in bilico tra moderno e antico.
La costruzione della Galleria coincise con la caduta degli ideali post unitari e l'avvento del Decadentismo in Italia.  Non a caso la struttura ospitò la sede della rivista letteraria "Cronaca bizantina", di proprietà dello stesso Sciarra e diretta da Gabriele D'Annunzio, uno degli esponenti più famosi del movimento.
Dopo anni di restauro, questo piccolo gioiello è finalmente tornato al suo splendore. Non perdete l'occasione per un omaggio alla bella époque romana.

Affreschi di Galleria Sciarra

Dettagli sul tema della "donna"


Cupola quadrata


Veduta Galleria


Ingresso



mercoledì 24 dicembre 2014

Una passeggiata per Roma tra luci e decorazioni

Dopo un periodo di assenza (chiediamo venia), torniamo proprio a Natale, una delle migliori occasioni per ritagliarsi una passeggiata nel cuore della città.
Roma non potrà forse essere paragonata a località dalle consolidate tradizioni natalizie, ma l’atmosfera e le decorazioni utilizzate, unite alla bellezza della location, rendono queste settimane davvero uniche.
L’itinerario che vi consigliamo ha inizio da via dei Fori Imperiali, con il suo consueto albero di Natale situato accanto al Colosseo, e prosegue per piazza Venezia, dove svetta, tra l’Altare della Patria e palazzo Venezia, uno splendido abete, quest’anno proveniente dalla Val di Fiemme.
Incamminatevi per via del Corso, decorata con ben 144 bandiere luminose raffiguranti le nazioni che hanno aderito ad Expo 2015.
Consigliamo di perdervi tra le innumerevoli strade che tagliano via del Corso, lo spettacolo non mancherà; dagli alberi “in aria” di via Frattina, alla scia luminosa di via Borgognona, passando per le luci a forma di serpente di via Condotti, zona dello shopping per antonomasia.
Nel tour di C’è Roma e Roma, non poteva mancare una visita a piazza Navona e alla sua giostra, adatta per tornare bambini per qualche minuto. Una volta al centro della piazza, alzate gli occhi al cielo e potrete vedere un bel gioco di luci proiettate sull’obelisco della fontana dei Quattro Fiumi, proprio di fronte alla chiesa di Sant’Agnese in Agone.
Tappa finale della nostra passeggiata (i meno temerari prendano un bus): piazza San Pietro.
La tradizione dell’albero di Natale in questa piazza è nata nel 1980, per volontà di papa Giovanni Paolo II e da quel momento è diventata una delle decorazioni più amate in città.
L’abete, alto oltre 25 metri, quest’anno arriva direttamente della Calabria, per la precisione dal comune di Fabrizia, in provincia di Vibo Valentia.
Altro importante simbolo è il consueto presepe, offerto per il 2014 dalla Fondazione Arena di Verona e composto da venti statue in terracotta a grandezza naturale. La composizione si snoda su una superficie di circa 24 metri e, come ben indica il nome datole “Presepe in Opera”, la sua scenografia si rifà al mondo della lirica. In particolare la scelta è caduta su “Elisir d’Amore”, melodramma scritto da Gaetano Donizetti e ambientato in un immaginario villaggio dei Paesi Bassi alla fine del XVIII secolo.
Se avete l’opportunità, non perdete l’occasione per visitare la piazza nel tardo pomeriggio, potrete così ammirare la nuova illuminazione ecologica che interessa anche la facciata e la cupola della Basilica.
Questo è solo un piccolo consiglio, Roma ha così tanto da offrire!
Buon Natale a tutti!



Colosseo
 
Piazza Venezia

Via Borgognona

Piazza San Pietro

Particolare presepe piazza San Pietro 

lunedì 13 ottobre 2014

Madama Lucrezia: una voce al femminile

C'è una donna tra le statue parlanti di Roma: Madama Lucrezia, esponente femminile della Congrega degli Arguti, che da secoli racconta con ironia i malumori della città.
La statua in questione è un busto romano del II sec d.C. alto 3 metri e posto su un basamento accanto alla basilica di San Marco, a pochi passi da piazza Venezia.
L'iconografia, in particolare il nodo dell'abito, permette di associare la figura alla colossale statua della dea Iside, situata probabilmente in Campo Marzio e spostata nella sua attuale sede solo nel 1500, per opera del cardinale Lorenzo Cybo.
La leggenda vuole che il nome derivi da Lucrezia D'Alagno, amante di re Alfonso V d'Aragona di Napoli, che si trasferì a Roma in seguito alla morte del sovrano e alla perdita di influenza nella corte.
Nel corso dei secoli la statua divenne protagonista della cosiddetta "cerimonia dei guitti", che si svolgeva in città ogni primo maggio.
Durante la festa, Madama Lucrezia veniva decorata con una corona di aglio e dei nastri; gli uomini "guitti", ossia artisti di strada, mendicanti e personaggi eccentrici, ballavano il "saltarello" (famosa danza popolare) con le più belle donne di Roma, presentandole prima alla statua.
Lucrezia si pronunciò con pochi ma significativi versi satirici. Uno dei più noti risale al 1799, anno della Repubblica Romana, quando il popolo inferocito gettò il busto dal piedistallo; il giorno dopo sulla sua schiena fu trovato questo cartello: "Non ne posso veder più", alludendo all'insofferenza verso la difficile situazione politica.
Un'ultima curiosità, secondo alcune teorie il famoso "piedone" di marmo, situato nella via omonima, apparterrebbe proprio alla nostra statua parlante. Lucrezia ha perso la scarpetta?

Madama Lucrezia
Piede di marmo
Il saltarello
 

lunedì 15 settembre 2014

La Cappella Sistina del Medioevo: l'Aula Gotica dei Santi Quattro

Nel rione Celio, a due passi dal centro storico, è possibile ammirare la “Cappella Sistina del Medioevo”.
Si tratta dell'Aula Gotica della Basilica dei Santi Quattro Coronati, edificio del IV secolo dedicato, secondo la tradizione, a quattro scultori cristiani condannati a morte da Diocleziano in seguito al rifiuto di scolpire degli idoli pagani.
La sala, situata al primo piano della Torre monasteriale, deve la sua fama agli splendidi affreschi duecenteschi scoperti nel 1996 dopo essere rimasti nascosti per secoli sotto uno strato di pittura.
Questa decorazioni, aventi come tema comune “il conflitto tra Chiesa e Impero”, furono realizzate tra il 1246 e il 1255 con probabilità su commissione del cardinale Stefano dei Conti di Segni, nipote di Papa Innocenzo III e canonico della cattedrale di Notre Dame a Parigi (da qui la passione per lo stile gotico), che dal 1244 visse in quell’edificio.
La realizzazione degli affreschi, divisi in due campate, è attribuita al Terzo Maestro Di Anagni, artista ignoto dalla forte espressività e autore delle decorazioni  nel Duomo di Anagni.
Un’altra teoria vuole che l’autore sia Jacopo Torritti, pittore della cosiddetta “scuola romana” del XIII secolo.
Le figure rappresentante sono svariate. Partendo dalla campata meridionale è possibile scorgere: i dodici mesi dell’anno, le arti, le stagioni, i venti;  nella parte settentrionale sono invece visibili: re Salomone (esempio di giustizia e di raccordo tra Antico e Nuovo Testamento), a cui seguono figure testamentarie e rappresentanti degli ordini mendicanti.
Tali immagini rafforzano l’ipotesi che la sala fosse utilizzata in origine come aula di giustizia, in seguito, durante la peste del Cinquecento, ricoperta da pittura per poi diventare guardaroba e stireria del convento.
Per ammirare dal vivo l’Aula gotica è necessaria la prenotazione. Dal 15 settembre sarà possibile iscriversi per le visite del 18 e 19 novembre.

Per ulteriori informazioni su orari e costi visitare il sito http://www.aulagoticasantiquattrocoronati.it/

Affreschi dell'Aula Gotica

Particolare: Costantino sogna i santi Pietro e Paolo

Basilica dei Santi Quattro

martedì 5 agosto 2014

La nevicata del 5 agosto

Fiocchi di neve in estate? Se siete a Roma può accadere anche questo! 
Ogni 5 agosto la piazza antistante Santa Maria Maggiore, una delle quattro basiliche papali della città, è protagonista di una suggestiva nevicata.
Lo spettacolo, grazie a luci e macchine artificiali, vuole celebrare il "miracolo della Madonna della Neve".
La tradizione narra che nella notte tra il 4 e il 5 agosto 352 d.C., la Vergine Maria apparve contemporaneamente in sogno a Giovanni, un nobile romano e a Papa Liberio, pregando di costruire un edificio di culto a lei dedicato. Un miracoloso evento avrebbe permesso ai due di individuare il luogo idoneo per la realizzazione.
Il prodigio si verificò, una straordinaria nevicata avvolse il colle Esquilino e il Papa ordinò di costruire proprio lì la futura basilica, grazie al contributo economico del nobile.
Storicamente parlando, l’edificio venne però fatto erigere da Papa Sisto III nel 432 d.C., stando alle fonti, proprio sulla leggendaria chiesa voluta dalla Vergine.
Diverse sono state le modifiche apportate alla struttura nel corso dei secoli; la basilica che ammiriamo oggi è infatti il frutto di una commistione di epoche e stili.
Tra le meraviglie architettoniche interne, merita di essere menzionata la “cappella Paolina”, parte integrante della tradizione della Madonna della Neve.
L'opera, commissionata nel 1605 da Papa Paolo V Borghese a Flaminio Ponzio, ospita ogni
5 agosto, prima dello spettacolo in piazza, una pioggia di petali bianchi, che dalla cupola cadono al suo interno. La scelta di questa cappella è significativa poiché custodisce la miracolosa icona bizantina della “Salus Populi Romani” (letteralmente: salvezza del popolo romano) , per tradizione attribuita a san Luca e raffigurante la Madonna con Bambino.
Per cittadini e turisti l'appuntamento è stasera alle ore 20.30 in piazza Santa Maria Maggiore.
 
Nevicata di agosto

Basilica di Santa Maria Maggiore